Il diario di viaggio di Alfredo.
Alfredo è uno degli amici e sostenitori storici di Trame Africane. E’ partito per il Kenya con Pasquale nell’ultimo viaggio e rientrato ha voluto condividere il suo diario racconto: lui che mancava dall’Africa da 18 anni e l’ha ritrovata “trasformata”
25 ottobre e’ la vigilia del mio viaggio verso il Kenya, per me è come la notte prima degli esami ma l’aereo non vola tra New York e Mosca come cantava Venditti, il mio volo è tra Francoforte e Nairobi.
Come 18 anni fa il mio compagno di viaggio è sempre Pasquale ma a prendere il posto di mia moglie questa volta c’è una mascotte, Raul.
Dopo una levataccia mio figlio ed io siamo a bordo del primo volo per incontrarci con Pasquale a Francoforte. Il viaggio è lungo ma è letteralmente volato e alle 21.30 siamo già al Kenyatta di Nairobi dove ci perdiamo Pasquale intento già a recuperare le valigie. La sensazione di esserci persi dura poco e siamo subito a bordo dell’auto che ci porterà a Karen dove ci attende un letto comodo e una colazione il mattino dopo.
E’ già il 27 ottobre e dopo la prima torta e festa con canti di benvenuto (durante tutto il viaggio ne ho contati sei, forse anche di più) siamo a bordo dell’auto che ci porterà in circa cinque ore a Machaka ma prima faremo una tappa ad Elementaita per poi riprendere il giorno dopo il nostro viaggio per Kiirua fermandoci a Gitare e poi a Timau.
Il nostro arrivo a Machaka è di notte e non riesco a rendermi conto di quanti anni sono passati dalla mia ultima visita. Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo ma sono le prime luci dell’alba e il caffè ‘’anzi tre’’ di Pasquale a farmi svegliare da questo ricordo intorpidito.
Il mio Amarcord sta per iniziare.
Il cancello di Machaka si apre e il matatu, pole pole e a fatica, si immette sulla strada. La notte ha piovuto e molti sono già all’opera per liberare le proprie case dall’acqua. La strada ‘’quella buona’’ è ovviamente chiusa quindi non ci resta che andare per altre strade ma nonostante il fango e le tante pozzanghere il matatu ci porta a destinazione.
Il cancello del St. Theresa Mission Hospital si apre e capisco da quell’instante quanti anni sono passati e quanta strada Pasquale e Trame Africane hanno fatto. Li ho lasciati con un dispensario di due, tre stanze ed oggi c’e’ un ospedale che non ha nulla da invidiare ai nostri ospedali.
Mi sono rimaste impresse la parole di Sister Maria Pia “Il cammino iniziato nel 2003 da Trame Africane è un viaggio che non è stato sempre una festa con torta o una strada di margherite ed altri fiori ma anche di tante pietre e qualche buca, e per continuare questo cammino bisogna guardare sempre avanti col desiderio di superare tutto ciò che si incontrerà”.
Come 18 anni fa rimane scolpito nei miei ricordi la precarietà delle abitazioni. Abitazioni grandi quanto il nostro soggiorno, dove qualsiasi oggetto viene, con un po’ di fantasia e senso artistico, riutilizzato per decorare casa mentre da noi andrebbe immeritatamente nella spazzatura.
Rimane scolpito nei ricordi di mio figlio che i fogli dei quotidiani sono una buona alternativa alla carta da parati e che chi ha poco offre sempre tanto.
Il cammino fino ad oggi è stato lungo e si vedono i frutti: non solo quello più evidente dell’ospedale di Kiirua o il numero di orfani ospiti a Machaka. Rispetto a 18 anni fa, i progetti di Trame Africane hanno stimolato una crescita per l’intero villaggio attraverso la formazione, lo studio, ma soprattutto una maggiore fiducia in se stessi. Si vede dalle piccole attività commerciali aperte, dall’entusiasmo sui volti delle ragazze della Domestic School.
Credo che da qui a 18 anni altri mattoni saranno costruiti: che siano essi nuove case o nuovi studenti, laureati ma questo sarà possibile solo se ci teniamo per mano e camminiamo vicino a Pasquale e Trame Africane.
Io continuerò a farlo perchè #iostocontrameafricane